Con l’inizio del nuovo anno scolastico, molti studenti torneranno a scuola in presenza, mentre altri sceglieranno di continuare l’apprendimento ibrido o in remoto a tempo indeterminato. Purtroppo quest’ultima opzione presenta delle minacce per la privacy online degli studenti e delle loro famiglie.
Secondo il report di ricerca 2020 della RAND Corporation, il 20% delle scuole americane intende continuare a offrire l’apprendimento a distanza anche dopo la fine della pandemia. Molti istituti sono in attesa di consultare le ultime raccomandazioni dei CDC (Centers for Disease Control, le autorità sanitarie locali statunitensi). Qualunque modalità di apprendimento si scelga, questo è il momento migliore per scoprire di più sulla privacy dei dati.
Politiche che favoriscono la privacy
Per proteggere la privacy degli studenti durante l’apprendimento a distanza è necessario un triplice sforzo da parte delle famiglie, delle scuole e degli studenti stessi. Una delle prime cose da fare è informarsi sulle misure di privacy messe in atto dalla scuola. Contatta l’istituto e chiedi di dare un’occhiata più da vicino alle politiche sul consenso dei dati, uso dei dati secondari e raccolta e conservazione delle informazioni personali.
Le più comuni minacce alla privacy
Secondo quanto osservato dal Center for Democracy and Technology (un’organizzazione non profit statunitense impegnata nella diffusione di politiche tecnologiche che favoriscano le libertà individuali), i rischi per la privacy degli studenti sono legati a cinque aree principali.
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Valutazioni digitali
L’utilizzo dei dati degli studenti per valutarne le specifiche esigenze e identificare le corrette soluzioni in termini di connettività e dispositivi può rappresentare un rischio per la privacy.
Chiedi: Per valutare l’accesso all’apprendimento digitale, la scuola ha raccolto i dati di mio figlio. Come verranno utilizzati quei dati?
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Condivisione dei dati
La condivisione dei dati degli studenti con terze parti, ad esempio provider di banda larga e dispositivi, è una pratica comune che può rappresentare un rischio per la privacy.
Chiedi: Per consentire l’apprendimento a distanza, la scuola ha condiviso i dati di mio figlio con un provider. La scuola può garantire l’uso responsabile dei dati da parte di questi soggetti terzi? Posso vedere la politica di utilizzo dei dati?
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Protocolli di monitoraggio
Oggi esistono app dedicate che consentono agli insegnanti di monitorare i progressi degli studenti.
Chiedi: Poiché oggi gli insegnanti dispongono di un accesso più ampio ai dispositivi degli studenti, come può la scuola garantire la sicurezza degli altri dati di mio figlio?
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Sicurezza dei dispositivi scolastici
È necessario stabilire requisiti di sicurezza e gestione dei dispositivi che devono essere sempre soddisfatti per evitare virus e attività dannose.
Chiedi: Quali misure di sicurezza sono in atto sui dispositivi di proprietà della scuola per proteggere i contenuti o le informazioni personali di mio figlio? Le attività online di mio figlio saranno tracciate?
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Basso tasso di digital literacy
La mancanza della cosiddetta “alfabetizzazione digitale” e le lacune di studenti, famiglie e persino scuole in tema di sicurezza possono mettere a rischio la privacy dei minori.
Chiedi: Quali risorse di training o corsi di formazione per l’alfabetizzazione digitale sono offerti a insegnanti, personale scolastico, studenti e famiglie?
Gestione dei dati
Una solida politica di gestione dei dati osservata da personale scolastico, docenti e studenti è sempre un buon segno per la sicurezza delle informazioni personali condivise con la scuola. Una politica di questo tipo stabilisce i processi e le strutture per la supervisione dell’approccio scolastico a gestione, usabilità, disponibilità, qualità e sicurezza dei dati e delle tecnologie utilizzate.
Per garantire un ulteriore livello di protezione, la scuola può fornire a studenti, famiglie, insegnanti e amministratori (e perfino ai provider di terze parti) risorse e informazioni sull’importanza dell’uso dei dati e su come colmare le lacune in materia di privacy.
Tre consigli per un approccio proattivo alla privacy dei dati
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Discutere e definire la privacy
Non limitarti alle supposizioni: discuti apertamente sul significato della privacy con i tuoi figli. Ad esempio, poiché trascorreranno più tempo online, valuta l’utilizzo di soluzioni di controllo genitori per filtrare i contenuti non sicuri. Inoltre è utile spiegare a bambini e teenager come identificare le truffe di phishing. Valuta l’acquisto di software di sicurezza in grado di rilevare malware e siti non affidabili.
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Proteggere le informazioni personali
Se tuo figlio utilizza app video come Zoom per connettersi a distanza, accertati che le informazioni personali, tra cui data di nascita, indirizzo, fotografie o nickname, siano rese inaccessibili mentre l’app è in background.
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Ottimizzare le impostazioni di privacy
Non importa cosa si usi, Zoom, app di messaggistica, siti web o altre piattaforme per l’apprendimento: è sempre bene regolare le impostazioni di privacy per garantire la massima protezione. Per farlo in modo semplice e veloce basta andare alla sezione Impostazioni di un’app, browser o piattaforma e seguire le istruzioni.
Se dovessimo indicare un cambiamento positivo stimolato dalla pandemia, questo sarebbe l’aumento dell’attenzione dedicata alla privacy dei dati a seguito del passaggio in massa alle soluzioni per il lavoro e l’apprendimento a distanza. Questa innovazione merita davvero un dieci e lode. In futuro, è fondamentale che famiglie e scuole collaborino per creare politiche in grado di tutelare la privacy online di tutti gli studenti, in presenza e a distanza.
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